ELISA ZUNCHEDDU
Intervista di Giulia Dozza

CONOSCIAMO L'ARTISTA
Elisa Zuncheddu – 1997
Inizia a scrivere durante l’adolescenza, dedicando maggiore attenzione a testi in prosa e in rima. Negli anni rimane focalizzata sui testi in prosa, crescendo attraverso la frequenza di corsi di scrittura creativa, per 7 anni.
Nel 2020 i testi brevi si trasformano spontaneamente in poesia, ed è da allora la principale forma di scrittura adottata dall’autrice. Attualmente lavora ad una raccolta di poesie.
Ci sono stati degli eventi della tua vita che ti hanno spinto a trovare sfogo nella scrittura?
Il solo fatto di esistere e pensare sono sempre state delle ragioni più che sufficienti per scrivere. Ho sempre sentito in maniera accentuata ogni tipo di emozione e pensiero. Tutto è sempre stato molto intenso: ogni dolore, ogni gioia, ogni legame, ogni rottura. Nel 2020, a causa di un lutto molto profondo, la mia scrittura si è spontaneamente evoluta, tramutandosi da testi più o meno brevi, in poesia.
Quali sono i momenti in cui ti senti più ispirata?
Non ci sono dei momenti specifici, in effetti. Può giungere l’ispirazione in qualsiasi momento e in qualunque circostanza. È vero però che la notte e il vino mi sono amici e contribuiscono spesso nella danza della mia mano.
Hai sempre scritto per te stessa: cosa ti ha spinto a volerti esporre ad un pubblico?
Che domanda interessante, tuttavia temo di non conoscerne a fondo la risposta. Credo che si sia manifestato in me il bisogno di condividere le mie parole con il prossimo, per condividere un’emozione, un dolore o una semplice percezione.
Chris McCandless disse “la felicità è reale solo se condivisa”, ma credo valga per tutti gli aspetti. Inoltre, quanto siamo grati agli artisti e agli scrittori di aver condiviso le loro opere? Ecco, se ci fosse anche una sola persona ad apprezzare le mie parole, allora la condivisione non sarà stata vana.
Quali sono le tue ispirazioni artistiche? Poeti, scrittori o altro
Non ho delle ispirazioni fisse, ci sono dei periodi nei quali sento maggiore armonia con alcuni autori e artisti, ma che accompagnano le mie ispirazioni “periodicamente”, appunto. Ultimamente, però, C. Baudelaire sta dando un grande contributo alla mia mente, insieme al contatto con la natura.
Quali sono le forme di scrittura che preferisci sperimentare?
Ecco, in verità non sperimento.
Tutto ciò che scrivo nasce dopo una gestazione interiore ed emotiva che poi sboccia in un flusso di parole alle quali devo solo permettere l’inchiostro. Delle volte una poesia rimane incompleta per mesi, poi finisce di nascere in un secondo momento, con parole che ancora dovevano formarsi dentro me.
